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Riscaldamento globale

Le 10 misure urgenti da prendere nel 2008 (l'Hebdo, gennaio 2008)


Ho tradotto l'articolo "Economies d'énergie: Les priorités d'action", scritto da Natalie Bougeard, Elisabeth Gordon e Michel Guillaume, pubblicato nell'Hebdo n. 3 del 17 gennaio 2008. Vorrei ringraziare l'Hebdo per avermi dato il permesso di riprodurre qui i loro testi.

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1. Rendere obbligatorio lo standard Minergie per le nuove costruzioni.

Lanciato nel 2003, questo standard svizzero impone agli architetti di rispettare norme in materiale d'isola-mento, aerazione e riscal-damento degli edifici. Diminuendo le perdite di calore esso permette di dividere per quattro o cinque il consumo energetico medio. In Svizzera più di 8000 edifici pubblici o privati come case individuali sono già conformi allo standard Minergie. Tra di loro l'edificio dell'ufficio federale della statistica a Neuchatel o il nuovo edificio IBM a Zurigo.
2. Rendere gli edifici esistenti 3 volte meno ghiotti in kWh e fare in modo che i tre quarti dell'energia usata provengano da fonti rinnovabili.

È difficile richiedere che gli edifici attuali rispondano allo standard Minergie, soprattutto se sono vecchi. Si può rinnovare poco a poco per diminuire le perdite di calore. La sosti-tuzione dei riscaldamenti a nafta, a elettricità o a gas con sistemi a pompe di calore, caldaie a legna o sistemi a energia solari (termica o foto-voltaica) permetterebbe di ridurre le nostre emissioni di CO2.
3. Tassare fortemente tutti nuovi veicoli che consumano più di 6 lt/100 km e ridistribuire i soldi ai proprietari di veicoli poco ghiotti in carburante e tra i trasporti pubblici.

Come nel sistema francese appena entrato in vigore, si tratta di tassare le grosse cilindrate di un "eco-malus". Tali soldi servono a distribuire un "eco-bonus" ai proprietari di piccole macchine, che consumano meno carburante e di fatto emettono meno gas ad effetto serra.



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4. Proibire l'importa-zione di macchine che consumano più di 5 lt/100 km.

Questa misura va nello stesso senso della precedente, ma è molto più restrittiva. Bandire le macchine che consumano più di 5 lt/100 km (equivalente a delle emissioni di 130 grammi di CO2 al chilometro), significherebbe la fine dell'importazione di molti modelli. Si potrà ancora guidare una Smart, una Opel Corsa, una Mini Cooper D o una BMW serie 3. Ma finite le Peugeot 607, le Audi A5, le Volkswagen Touareg, senza parlare delle Porsche Cayenne e degli Hummer.
5. Concepire zone urbane che raggruppino abitazioni, uffici, negozi e luoghi di rilasso.

L'urbanesimo potrebbe anche contribuire a ridurre la fattura energetica. Radunare uffici, scuole, negozi e centri di relax ridurrebbe gli spostamenti. In questo campo l'Inghilterra è pioniera con la creazione di una periferia ecologica a Londra, Bed Zed (vedi il video su youtube). Dal concepimento degli edifici ai trasporti pubblici, tutto è stato pensato per limitare le emissioni di CO2 degli abitanti.

6. Investire massiva-mente nei trasporti pubblici urbani.

È la condizione necessaria per limitare il ricorso alle macchine in città. Non si tratta solo di moltiplicare bus e tram, ma anche di rendere il traffico dei veicoli più fluido, così gli utenti non perdono tropo tempo negli spostamenti. A Losanna a volte è più veloce camminare che prendere gli trasporti pubblici. A Friburgo gli autobus dividono la stessa corsia con le biciclette...vanno alla stessa velocità!



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7. Adottare, al livello nazionale e internazio-nale, norme severe per ridurre il consumo degli apparecchi elettrici.

Lavatrici, frigoriferi, computer o TV, ... gli elettrodomestici, l'elettronica e la luce sono ghiotti di elettricità: rappresentano più della metà del consumo totale di corrente. In Svizzera dal 2002 questi prodotti devono portare un'etichetta indicando il consumo elettrico che guida gli acquirenti al momento dell'acquisto. Gli apparecchi di "classe A" consumano mediamente 30 a 40% d'elettricità in meno di quelli di "classe D".
8. Incentivare i comuni per promuovere il riscal-damento a distanza.

Esso permette ad edifici pubblici o a quartieri di abitazioni di usare una sorgente di energia comune. Per esempio possono beneficiare di una centrale di pompe a calore o dei "rifiuti termici" di una ditta nella vicinanza. Numerosi comuni hanno già adottato questo sistema. A Losanna l'impianto termico di Pierre-de-Plan riscalda gli edifici dei quartieri circostanti. A Porrentruy un'importante istallazione di riscaldamento a distanza a legna permette di riscaldare 1400 case.

9. Comprare preferibil-mente prodotti locali.

Dal punto di vista energetico comprare fragole d'inverno, asparagi dal Messico o manzo d'Argentina è un'aberrazione quando uno pensa ai litri di carburanti necessari. Il WWF svizzero indica per esempio che un pacco di asparagi importati in aereo dal Messico necessita 5 lt di petrolio mentre 0.3 lt sono stati necessari per asparagi svizzeri. Sempre in aereo 1 kg di fragole israeliane usa 4.9 lt di petrolio versus 0.2 lt per le fragole locali! Quello che vale per il cibo è anche valido per la maggior parte dei beni di consumo.



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10. Procrastinare i costi ecologici sul prezzo dei prodotti.

Basato sul principio di "chi inquina paga", questa misura consiste nell'includere nel prezzo di un prodotto i "costi ecologici". In altre parole, i danni provocati all'ambiente in generale - sul clima in particolare - dal prodotto in questione lungo la sua vita (dalla fabbricazione al negozio e alla sua distruzione). Tale misura cambierebbe molte etichette, a cominciare dalla plastica che diventerebbe molto costosa.




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